Non chiamatelo, vi prego, il Mammo

Non chiamatelo, vi prego, il Mammo
  • Dott.ssa Nicoletta Premoselli
  • 19/09/2024
  • visite: 51

Il linguaggio è uno strumento potente che riflette e plasma di continuo le nostre percezioni e relazioni. Nel contesto delle dinamiche professionali e psicologiche, è fondamentale analizzare attentamente le parole che scegliamo di utilizzare. In questo articolo, esamineremo il termine "mammo" e l'impatto che può avere nel contesto lavorativo, psicologico ma anche sociale, evidenziando l'importanza di una comunicazione consapevole e rispettosa che non perda di vista lo status genitoriale.

Diamo un contesto storico

Il termine "mammo" ha radici relativamente antiche, originariamente connotate da un'affettuosa familiarità, nonché di tutta una serie di ragioni dove il padre a fronte di situazioni del tutto anomale doveva necessariamente occuparsi dei propri figli. Tuttavia, nel corso del tempo, la sua interpretazione, vuoi a livello sociale, vuoi a livello comportamentale, è evoluta, rimanendo però sempre segregata a un retaggio molto arcaico che non riflette assolutamente la realtà dei fatti. Nell'ambiente professionale contemporaneo, l'uso di questo termine può essere percepito come poco professionale e persino denigratorio. Ma cerchiamo, in questo contesto, di esaminare il percorso storico del termine e il suo adattamento al linguaggio attuale in questo terzo millennio.

Un impatto di natura psicologica

L'analisi della psicologia del linguaggio svela chiaramente il potente impatto che le parole possono avere sul nostro modo di concepire e interagire con il mondo che ci circonda. Quando ci riferiamo a qualcuno con il termine "mammo", è cruciale comprendere che questo atto linguistico non è privo di conseguenze. Implicitamente, esso veicola un'immagine che non solo può essere stereotipata, ma anche intrinsecamente limitante per la persona coinvolta, influenzando direttamente la percezione che gli altri hanno della sua identità e competenza. Quei padri che si occupano in maniera attiva del figlio o dei loro figli perché non hanno che quella scelta, devono essere visti, agli occhi degli addetti al settore, ma anche e soprattutto davanti alla popolazione, come padri, non come un sostituto raffazzonato di una madre che i figli non potranno avere o non possono avere. Questo fenomeno non può essere di certo sottovalutato, poiché il suo impatto psicologico è significativo, e contribuisce in modo evidente a creare una visione distorta e riduttiva della complessità individuale di chi è coinvolto.

Contesto professionale: le dinamiche relazionali

All'interno dell'ambito lavorativo, la comunicazione emerge come un elemento cruciale, svolgendo un ruolo determinante per il successo delle relazioni interpersonali. L'utilizzo di termini come "mammo" non solo può minare la percezione di professionalità e rispetto reciproco, ma rischia anche di erodere la base su cui si costruiscono le dinamiche lavorative, nonché di quelle collaborative.

In contesti dove la diversità e l'inclusività sono gradualmente promosse come valori fondamentali, diventa inevitabile adottare un linguaggio che non solo si allinei a tali principi, ma che ne sia anche veicolo attivo. È da sottolineare, in manera molto ferma e decisa, che un genere di cultura di questa tipologia deve essere superata, lasciando spazio a tutto quel genere di relazioni genitoriali in sostituzione a quella di ruolo data da quel desueto termine mammo che tanto era in voga nei decenni addietro. La scelta consapevole delle parole, in questo contesto, non solo contribuisce a coltivare un ambiente di lavoro armonioso e rispettoso, ma si pone anche come catalizzatore per una cultura organizzativa che abbraccia la pluralità di prospettive e dei talenti.

Comunicare in modo consapevole

L'importanza dell'adozione di un linguaggio consapevole si manifesta in modo evidente nel contesto della coltivazione di relazioni sane e produttive. Evitare l'utilizzo di termini limitanti, come il già menzionato "mammo" (altri esempi possono essere casalinga, addetta alle pulizie, disabile, ecc.), non rappresenta solo un gesto di cortesia linguistica, ma si configura come un passo concreto verso l'instaurazione di una comunicazione intrinsecamente rispettosa e professionale. Questo processo di selezione lessicale, orientato all'inclusività, assume una rilevanza particolare nel plasmare un ambiente lavorativo in cui ogni individuo sia riconosciuto e valorizzato per le sue competenze e qualità professionali. In altre parole, la promozione di un linguaggio più aperto e non limitante è un catalizzatore per la creazione di un contesto organizzativo che abbraccia la diversità, permettendo a ciascun membro di emergere in base al proprio valore intrinseco, indipendentemente da considerazioni legate al genere o al ruolo familiare.

Un investimento per il futuro

In conclusione, l'analisi psicologica e professionale del termine "mammo" sottolinea l'importanza di una comunicazione consapevole e rispettosa. La scelta delle parole può modellare l'esperienza delle persone e influenzare le dinamiche relazionali. Evitare l'uso di termini limitanti è un investimento nella creazione di ambienti lavorativi inclusivi e favorevoli alla crescita e allo sviluppo professionale di tutti.


 

 



 

 


Dott.ssa Nicoletta Premoselli

Dott.ssa Nicoletta Premoselli
Psicologa a Milano
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Recensioni

"La dottoressa Premoselli dimostra un'eccezionale capacità di ascolto e comprensione, creando un ambiente sicuro e confortevole dove esprimere i miei pensieri e le mie emozioni. Fin dal primo incontro, ho avvertito un senso di accoglienza e professionalità che ha reso il percorso terapeutico un'esperienza positiva e significativa. La sua attenzione e la sua empatia hanno reso possibile affrontare argomenti difficili e lavorare su sfide personali in modo costruttivo. Consiglio vivamente la dottoressa Premoselli a chiunque stia cercando un professionista competente e compassionevole nel campo della psicologia."

Lorenzo

"Ho deciso intraprendere un percorso con la dottoressa Nicoletta in seguito all'inizio di un periodo piuttosto buio della mia vita, in cui ho perso una parte di me stessa per salvare relazioni tossiche che mi stavano consumando emotivamente. Oggi questo periodo buio è ormai giunto al termine e in un lasso di tempo piuttosto veloce rispetto a quanto previsto. Tutto ciò è stato possibile grazie al costante supporto di Nicoletta, la quale mi ha accompagnato nel percorso passo dopo passo. La ritengo una persona molto competente e professionale che è stata in grado di mettermi a mio agio fin dal primo momento. Ciò che mi ha portato a sceglierla come mia alleata è stata la sua grande umanità, empatia e sensibilità. In particolar modo, ciò che mi ha più colpito è stata la sua massima attenzione ed il continuo supporto, non solo durante le sedute, ma anche durante momenti (al di fuori di queste ultime), che lei sapeva, essere particolarmente pesanti e duri per me. Inoltre, ha sempre mostrato la massima disponibilità a venire incontro alle mie esigenze e a mantenere sempre uno spazio libero in caso di momenti di necessità non previsti. Consiglio tantissimo la dottoressa Nicoletta come alleata e mi preme ringraziarla per l'enorme aiuto che mi ha fornito, permettendomi di raggiungere un obiettivo che, mesi fa, sembrava impossibile."

Ginevra

"A Nicoletta devo MOLTISSIMO!!! Capita a chiunque di attraversare fasi della vita buie dove non ci sentiamo ok e lei è riuscita a farmi risorgere dalle ceneri con la sua abilità superlativa nel creare empatia ma soprattutto nell’ascolto attivo! La sua sensibilità e vicinanza umana é fuori dai tempi moderni dove molti suoi colleghi peccano, concentrandosi troppo sulla parte economica. É MOLTO EVIDENTE che fa ciò che le piace e, come sempre, quando è così, unito ad una preparazione da fuori classe, i risultati non possono che essere ECCEZIONALI!!! Mille volte GRAZIE!!!"

Roberto

"La mia insicurezza coniugata alla mia ansia mi hanno portato ad intraprendere un percorso psicoterapeutico in passato. In seguito ad un trasferimento a Milano non totalmente positivo ho pensato di iniziare un nuovo percorso in maniera "preventiva", senza dover arrivare a stare troppo male prima di reagire. Così, a seguito di una ricerca, mi sono imbattuta nella Dottoressa Nicoletta. Durante il nostro primo incontro mi ha colpito la sua professionalità e la sua amabilita, si é posta sul mio stesso piano e non su un gradino superiore, facendomi sentire subito a mio agio. La serietà nel suo lavoro é perfettamente combinata al suo carattere allegro e positivo. La Dottoressa mette al centro la persona e le sue emozioni, rispettandole, cercando di capirle e dando spunti e idee per viverle, pian piano, al meglio. Da quando ho iniziato il percorso, ormai qualche mese fa, ho notato già dei miglioramenti nel mio modo di approcciarmi sia a me stessa e a ciò che sento sia all'ambiente e alle persone che mi circondano. Consiglio vivamente un colloquio con la Dottoressa a chi, come me, cerca una boccata d'aria fresca, un punto di vista esterno ma bilanciato, oggettivo ma con focus sul tuo benessere."

Federica

"Ho deciso di intraprendere un percorso con la dottoressa Premoselli in un momento di difficoltà. Mi ha aiutata fin da subito a capire quale potrebbe essere la mia strada, a credere di più in me stessa e nelle mie capacità. Da quando ho iniziato il percorso con lei la mia vita è decisamente migliorata, ora mi sento molto più serena e con degli obiettivi chiari da raggiungere. Nicoletta è una persona molto gentile, cordiale, disponibile ed empatica. Mi sono sempre sentita a mio agio a parlare di tutto con lei e mai giudicata. Ha una grande attenzione nei confronti dei suoi pazienti e questo si percepisce anche dall’attenzione ai dettagli del bellissimo studio nel quale riceve. La mia esperienza è quindi assolutamente positiva e consiglierei a tutti un percorso di crescita personale con lei."

Cristina

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