La fatica di studiare con la dislessia

La fatica di studiare con la dislessia
  • Dott.ssa Nicoletta Premoselli
  • 19/09/2024
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La scuola è appena finita ed è tempo di bilanci. Studiare, si sa, è un lavoro faticoso, ma quando l'impegno si traduce in risultati all'altezza delle aspettative, ecco che magicamente la fatica lascia il posto alla soddisfazione e alla voglia di lanciarsi nell'impresa successiva.

Ma pensate come possono vivere questo momento gli studenti che, pur avendo investito tempo ed energie in sfinenti maratone di studio, hanno ottenuto un risultato mediocre o addirittura una bocciatura. Nel migliore dei casi il ragazzo si difende dalla frustrazione, mettendo in scena l'atteggiamento tipico del "non ho voglia di studiare", e come la migliore delle profezie che si autoavvera da lì parte la spirale viziosa che porterà a giustificare gli insuccessi scolastici con lo stesso slogan, rafforzati dalla sentenza "è intelligente ma non si applica".

Questa è la situazione tipica in cui si trova ogni studente che non sappia applicare la strategia di studio adeguata al proprio stile cognitivo e riguarda soprattutto gli studenti caratterizzati da dislessia
Sfatiamo subito lidea che la dislessia sia una disabilità. Non lo è assolutamente! Si tratta di una neurodiversità che rientra nelle normali variabili nello sviluppo umano e di per sé non rappresenta un problema, ma lo può diventare quando si cerca di conformarla a parametri di pseudo normalità.

La dislessia è solitamente descritta come una variazione dello sviluppo tipico che compromette in modo selettivo, ed in modo più o meno severo, la capacità di leggere. Questo ovviamente non significa che una persona dislessica non sappia leggere, ma per arrivare allo stesso risultato di un lettore standard deve compiere uno sforzo decisamente superiore e con scarsi risultati.

È molto importante cogliere questo aspetto perché dietro ad un banale "non ho voglia di studiare" c'è un mondo di fatiche che non hanno raggiunto lo scopo e che hanno dato vita a meccanismi di difesa perversi che, per proteggere dall'idea di "non essere in grado", fanno virare sull'atteggiamento del "non mi interessa". Negli studenti con dislessia questo meccanismo è ancora più accentuato perché, sebbene abbiano difficoltà nellautomatizzazione del processo di lettura, sono dotatissimi dal punto di vista intellettivo, con spiccate doti di creatività ed empatia, e sono quindi più esposti al rischio di frustrazione che porta a sviluppare quella che che Martin Seligman definisce impotenza appresa, ossia la sensazione di non avere le risorse per affrontare una determinata situazione, e che, insieme alla paura, rappresenta uno dei maggiori freni all'apprendimento.

Questa dinamica è ben rappresentata nella storia raccontata da Jorge Bucay  di un di un cucciolo di elefante acquistato da un circo e incatenato fin dai primi giorni di vita ad un paletto conficcato nel terreno.  Sebbene l'elefantino tentasse disperatamente di liberarsi, non era abbastanza forte da farcela e arrivò un momento in cui, stremato, si rassegnò e accettò la sua impotenza. Questa esperienza si scrisse nella sua memoria emotiva, divenne parte della sua identità e anche quando da adulto, con la forza acquisita, avrebbe potuto facilmente sradicare quel misero paletto e liberarsi, diede per scontato di non essere in grado e non ci provò più, rimanendo prigioniero dell'impotenza appresa. I ripetuti fallimenti scolastici incatenano i ragazzi proprio a quel paletto, con pesanti ripercussioni sulla motivazione.

Ma se, come abbiamo detto, la dislessia rientra nelle differenze individuali tipiche della neurodiversità umana, secondo cui ogni individuo si comporta in modo differente dagli altri, possiamo evitare di ripercorrere gli errori del passato che volevano correggere comportamenti non conformi per riportarli a livelli di pseudo normalità. Bisogna invece entrare nel meccanismo di questa modalità atipica di apprendimento, comprenderla e costruire mirate strategie di empowerment adatte a questo stile cognitivo.

Facciamo un esempio chiarificatore. Ho avuto la fortuna di avere una nonna che mi appassionava con le sue storie di vita vissuta. Era mancina e mi raccontava di quanto avesse sofferto a scuola perché la obbligavano a scrivere con la mano destra creandole enormi disagi. In effetti ai suoi tempi il mancinismo era trattato come un difetto da estirpare, tant'è vero che il termine mancino deriva dal latino mancus ossia mutilato, malfunzionante, da correggere. In realtà la situazione di handicap era inesistente ed era originata unicamente dalla volontà di riportare il mancino nei canoni destrorsi. Oggi il mancino è libero di esprimersi secondo la sua natura determinando, in alcuni ambiti, una situazione di vantaggio rispetto ai destrimani, come ad esempio in alcuni sport dove il movimento imprevedibile ed inconsueto rappresenta un punto di forza (ad esempio scherma, tennis, pallavolo).

Mancinismo e dislessia sono due neurodiversità accomunate da diverse similitudini che ci insegnano l'importanza del rispetto del proprio stile nell'affrontare le cose della vita, pratiche o cognitive che siano.


Dott.ssa Nicoletta Premoselli

Dott.ssa Nicoletta Premoselli
Psicologa a Milano
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Recensioni

"La dottoressa Premoselli dimostra un'eccezionale capacità di ascolto e comprensione, creando un ambiente sicuro e confortevole dove esprimere i miei pensieri e le mie emozioni. Fin dal primo incontro, ho avvertito un senso di accoglienza e professionalità che ha reso il percorso terapeutico un'esperienza positiva e significativa. La sua attenzione e la sua empatia hanno reso possibile affrontare argomenti difficili e lavorare su sfide personali in modo costruttivo. Consiglio vivamente la dottoressa Premoselli a chiunque stia cercando un professionista competente e compassionevole nel campo della psicologia."

Lorenzo

"Ho deciso intraprendere un percorso con la dottoressa Nicoletta in seguito all'inizio di un periodo piuttosto buio della mia vita, in cui ho perso una parte di me stessa per salvare relazioni tossiche che mi stavano consumando emotivamente. Oggi questo periodo buio è ormai giunto al termine e in un lasso di tempo piuttosto veloce rispetto a quanto previsto. Tutto ciò è stato possibile grazie al costante supporto di Nicoletta, la quale mi ha accompagnato nel percorso passo dopo passo. La ritengo una persona molto competente e professionale che è stata in grado di mettermi a mio agio fin dal primo momento. Ciò che mi ha portato a sceglierla come mia alleata è stata la sua grande umanità, empatia e sensibilità. In particolar modo, ciò che mi ha più colpito è stata la sua massima attenzione ed il continuo supporto, non solo durante le sedute, ma anche durante momenti (al di fuori di queste ultime), che lei sapeva, essere particolarmente pesanti e duri per me. Inoltre, ha sempre mostrato la massima disponibilità a venire incontro alle mie esigenze e a mantenere sempre uno spazio libero in caso di momenti di necessità non previsti. Consiglio tantissimo la dottoressa Nicoletta come alleata e mi preme ringraziarla per l'enorme aiuto che mi ha fornito, permettendomi di raggiungere un obiettivo che, mesi fa, sembrava impossibile."

Ginevra

"A Nicoletta devo MOLTISSIMO!!! Capita a chiunque di attraversare fasi della vita buie dove non ci sentiamo ok e lei è riuscita a farmi risorgere dalle ceneri con la sua abilità superlativa nel creare empatia ma soprattutto nell’ascolto attivo! La sua sensibilità e vicinanza umana é fuori dai tempi moderni dove molti suoi colleghi peccano, concentrandosi troppo sulla parte economica. É MOLTO EVIDENTE che fa ciò che le piace e, come sempre, quando è così, unito ad una preparazione da fuori classe, i risultati non possono che essere ECCEZIONALI!!! Mille volte GRAZIE!!!"

Roberto

"La mia insicurezza coniugata alla mia ansia mi hanno portato ad intraprendere un percorso psicoterapeutico in passato. In seguito ad un trasferimento a Milano non totalmente positivo ho pensato di iniziare un nuovo percorso in maniera "preventiva", senza dover arrivare a stare troppo male prima di reagire. Così, a seguito di una ricerca, mi sono imbattuta nella Dottoressa Nicoletta. Durante il nostro primo incontro mi ha colpito la sua professionalità e la sua amabilita, si é posta sul mio stesso piano e non su un gradino superiore, facendomi sentire subito a mio agio. La serietà nel suo lavoro é perfettamente combinata al suo carattere allegro e positivo. La Dottoressa mette al centro la persona e le sue emozioni, rispettandole, cercando di capirle e dando spunti e idee per viverle, pian piano, al meglio. Da quando ho iniziato il percorso, ormai qualche mese fa, ho notato già dei miglioramenti nel mio modo di approcciarmi sia a me stessa e a ciò che sento sia all'ambiente e alle persone che mi circondano. Consiglio vivamente un colloquio con la Dottoressa a chi, come me, cerca una boccata d'aria fresca, un punto di vista esterno ma bilanciato, oggettivo ma con focus sul tuo benessere."

Federica

"Ho deciso di intraprendere un percorso con la dottoressa Premoselli in un momento di difficoltà. Mi ha aiutata fin da subito a capire quale potrebbe essere la mia strada, a credere di più in me stessa e nelle mie capacità. Da quando ho iniziato il percorso con lei la mia vita è decisamente migliorata, ora mi sento molto più serena e con degli obiettivi chiari da raggiungere. Nicoletta è una persona molto gentile, cordiale, disponibile ed empatica. Mi sono sempre sentita a mio agio a parlare di tutto con lei e mai giudicata. Ha una grande attenzione nei confronti dei suoi pazienti e questo si percepisce anche dall’attenzione ai dettagli del bellissimo studio nel quale riceve. La mia esperienza è quindi assolutamente positiva e consiglierei a tutti un percorso di crescita personale con lei."

Cristina

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