• Home
  • Approccio clinico

Il mio approccio

Dott.ssa Nicoletta Premoselli - Psicologa a Milano

Approccio clinico

Mi sono formata secondo le teorie di Carl Rogers, il padre dell’approccio non-directive centrato sulla persona, che comprende interazioni e tecniche corporee e immaginative diverse, sia di espressione ma anche di ascolto. Questo approccio ha un ruolo primario nel conseguimento degli obiettivi all’interno del percorso terapeutico, dove la relazione tra psicologo e persona è essa stessa un veicolo al servizio del cambiamento positivo.

Nella relazione terapeutica, il mio apporto e la mia metodologia attingono all’attitudine personale e agli insegnamenti rogersiani e seguono la strada dell’empatia, dell’accoglienza e della sincerità.

L’empatia, perché attraverso la tua parola e il tuo flusso di coscienza, comprendo il modo più profondo e complesso tramite il quale interpreti il tuo vissuto, aiutandoti a individuare  i fattori contestuali determinanti per il tuo cambiamento e la risoluzione del sintomo.
L’accoglienza, perché a chiunque varchi la soglia del mio studio è garantita la più totale assenza di giudizio, positivo o negativo, a favore di una rielaborazione del vissuto che sia totalmente finalizzata alla comprensione delle dinamiche personali in modo da elaborare il vissuto e arrivare al benessere e alla serenità emotiva.
La sincerità, è il mio apporto più grande nella relazione terapeutica: prima di essere una figura di riferimento con le mie competenze scientifiche e formative, sono un supporto al cambiamento positivo che stai intraprendendo con le tue forze e le tue energie. All’interno di uno spazio protetto, riservatissimo e con regole che tutelano il tuo mondo interiore potrai entrare in contatto con le tue parti più profonde sentendoti libero di togliere temporaneamente quelle maschere che hai costruito come meccanismo di difesa. Io sarò presente e sincera nell’nell’accompagnarti a comprendere ciò che provi e che stai vivendo.

Nel percorso terapeutico, non sarò io a dirti chi sei o cosa devi fare. Nel percorso terapeutico, faciliterò il viaggio che intraprenderai per imparare a conoscerti meglio e a comprendere te stesso e come funzioni

Sono molto attenta, durante il primo colloquio, a capire in profondità i termini della questione che il soggetto mi porta e a valutare, in tutta onestà, se il tema portato rientra nelle mie competenze. Si tratta di un’ attenzione preliminare che predispone alla buona riuscita del percorso.

Dopo il primo colloquio propongo sempre, a chi si rivolge a me, di prendere del tempo per fare una riflessione introspettiva su cosa è stato smosso nello spazio riservato del setting psicologico. Non ci deve essere nessun obbligo di iniziare il percorso e per questo motivo chiedo di ricontattarmi se si intercetta una sorta di “spinta interiore”, che porta alla scelta di avermi come professionista alleata nel percorso.

Lavorando anche in azienda ho una stabilità che mi consente di iniziare i percorsi in grande libertà e senza che sia mai un qualcosa che “devo” fare. La mia condizione mi consente anche di non creare dipendenza nella relazione terapeutica. I percorsi, a seconda delle tematiche, hanno durate relativamente brevi e nel momento in cui lo scenario si inizia a delineare come funzionale e ben gestito propongo una revisione della periodicità delle sedute paventando l’ipotesi di fine percorso, che dev’essere sempre concordato insieme.

Sgombriamo subito il dubbio che si tratti di un approccio da “bacchetta magica”, non lo è! Ma grazie al rapporto empatico e alla robustezza dell'alleanza terapeutica che solitamente si crea, riscontro una risposta veloce agli stimoli e alle sollecitazioni che consentono, ai soggetti che si rivolgono a me, di stare nelle situazioni in modo più funzionale o, se è possibile, di modificarle e di modificarsi.

Questa è la base del mio lavoro, la costruzione di un percorso terapeutico completamente privo dal giudizio e protetto da una ferrea riservatezza professionale, un percorso che nasce quando inizi a riconoscere ciò che nel mio approccio definisco un sintomo: un senso di malessere, di inadeguatezza, un fastidio o un dolore che ti stanno cambiando.
Il sintomo non è mai un “nemico” da eliminare, è un qualcosa che chiede fortemente e in modo scomodo di essere ascoltato. Ti ferma dalla vita di tutti i giorni e ti costringe ad occupartene.

Per riconoscere questo sintomo, è necessario ascoltarsi: se sei qui, l’hai già fatto.

Da qui, ti aiuterò a interpretare il sintomo, ad acquisire consapevolezza della situazione e del contesto, a comprendere e andare a fondo del patrimonio emotivo che in questa fase porterai in superficie. Ti aiuterò, sostenendoti con gli strumenti che riterrò più adeguati nel rispetto della tua soggettività. Ti aiuterò a trovare la chiave per accedere alle parti inascoltate e ai tuoi bisogni essenziali che, attraverso il sintomo, stanno chiedendo la tua attenzione.
Insieme, trasformeremo queste parti e questi bisogni che verranno allo scoperto, nelle fondamenta di una evoluzione che cammina spedita verso una versione migliore di te.

Dentro ognuno di noi esistono formidabili risorse che ci possono portare verso cambiamenti positivi nella nostra vita, verso obiettivi che potresti aver sempre visto come inarrivabili. L’accettazione di se stessi, l’autostima, l’abilità di perseguire il cambiamento sono alcuni degli “strumenti del mestiere” di cui tutti noi siamo dotati per vivere serenamente la nostra vita, imparando non a evitare i momenti bui, bensì a saperli gestire, per non perdere mai di vista ciò che conta davvero per il nostro benessere, per il nostro meritato diritto di vivere una vita sana.


L’aiuto è una opportunità distante il tempo di un appuntamento

Se hai bisogno, non aspettare.

© 2024. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione.